Appena ho incontrato la ricerca di Alessandro Zaffonato, ho avuto subito la sensazione che ogni dettaglio compositivo risultasse da uno studio attento, una sorta di “programmazione del risultato estetico” apparentemente in antitesi con la tematica affrontata.
Il suo, infatti, è un inno profondo alla Natura e non ha nulla a che vedere con la programmazione, quanto piuttosto con la vita non condizionata.
Ed è proprio così che va in scena un sottile dialogo tra uomo, tecnologia e ambiente naturale.
