Tra ArteFiera e SetUp 2018 : arte contemporanea a Bologna – wishlist parte 1

Maria Elisabetta Novello ad ArteFiera 2018 | Paesaggi, 2017 – courtesy Anna Marra Contemporanea, Roma

 

Cari avventurieri del contemporaneo, confessatelo: anche voi vi siete fatti un bel tour de force tra ArteFiera e SetUp per questo inizio 2018?

O ve ne siete rimasti al calduccio, influenzati, e avete seguito tutto online?
Io fortunatamente l’ho scampata: niente influenza per me, solo tanta arte contemporanea (anche se son rientrata a forza per un malanno da asilo che ha contagiato la mia piccola, rinunciando a tutti gli eventi off…)

Oggi vi voglio raccontare il mio giro tra le due fiere cittadine.
Non troverete giudizi sulle manifestazioni, ma un elenco delle opere che appenderei alle pareti di casa mia, tra le nuove proposte emergenti.

 

ArteFiera 2018: wishlist

1. Giulia Marchi (1976, Rimini)

Fotografa e scultrice, io ho amato immediatamente la sua Camera Anecoica (2018), priva di eco e onde, inespressiva, dove un elemento spicca con la sola preziosità del colore. A sottolineare, forse, che un dialogo è maggiormente possibile là dove le interferenze sono lasciate fuori, un dialogo che si trasforma in un necessario monologo interiore all’ascolto di noi stessi.
Vincitrice del Premio Rotaract per questa edizione 2018.
courtesy Matèria, Roma

arte contemporanea: Giulia Marchi, ArteFiera 2018
Giulia Marchi ad ArteFiera 2018 | Camera Anecoica, 2018 – dettaglio – courtesy Matèria, Roma

2. Fabio Barile (1980, Barletta)

Fotografo che indaga la geologia del paesaggio, i lenti mutamenti e sedimentazioni, le stratificazioni dei processi vitali e mortiferi. Soggetto naturale attivo e oggetto passivo dell’attività umana, del paesaggio presentato nell’opera Untitled landscape #6 (2015) – dalla serie An investigation of the laws observable in the composition, dissolution, and restoration of land – sembra restare solo una traccia, un eco lontano nella memoria che ne fissa le linee estreme lasciando campo libero per quel che sta nel mezzo. Composizione, dissoluzione e ricostruzione come un atto immaginativo fondato su analisi e introspezione.
courtesy Matèria, Roma

arte contemporanea: Fabio Barile, ArteFiera 2018
Fabio Barile ad ArteFiera 2018 | Untitled landscape #6, 2015 – courtesy Matèria, Roma

3. Yuken Teruya (1973, Japan)

L’artista giapponese, trapiantato a New York, indaga la memoria della propria terra di origine: un’isola, che egli traccia continuamente ripercorrendone i cieli e le terre.
L’opera appartiene alla serie Constellation (2012) che disegna costellazioni all’interno di borse di carta, proponendo un piccolo universo personale, per portarsi ovunque una propria identità territoriale.
Come ho scovato quest’artista in fiera? Trucchetto del mestiere!
Ricordate: ogni tanto buttate un occhio nei cabinet degli stand per scoprire qualche chicca.
courtesy Piero Atchugarry, Garzòn – Uruguay

ArteFiera 2018 - Yuken Teruya
Yuken Teruya ad ArteFiera 2018 | Constellation series, 2012 – courtesy Piero Atchugarry, Garzòn – Uruguay

4. Maria Elisabetta Novello (1974, Vicenza)

Tengo d’occhio quest’artista da un po’ di tempo. Non saprei dire se apprezzo maggiormente le ceneri risultanti dalla bruciatura di diversi materiali, inscatolate e sedimentate in un mix di intervento manuale, casuale e di chimica del materiale, oppure le ultime realizzazioni a carbone su lastre di plexiglass come rinnovati big-bang. Quel che mi sorprende è la capacità di creare nuovi mondi, dei microcosmi inediti, a partire da elementi naturali trasformati a nuova vita.
courtesy Anna Marra Contemporanea, Roma

ArteFiera 2018 - Maria Elisabetta Novello
Maria Elisabetta Novello ad ArteFiera 2018 | Atlante, 2018, cenere e carbone su plexi – courtesy Anna Marra Contemporanea, Roma

5. Joanie Lemercier (1982, France)

I disegni progettuali di questo giovane francese sono la dimostrazione dello studio approfondito, della conoscenza tecnica, dell’esperienza sul campo che stanno dietro a un’installazione. Certo, perché ciò che sembra spesso un gioco, un’opera a forte carattere ludico o spettacolare, nasconde invece una rigorosa conoscenza tecnico-scientifica che dona carattere di vera e propria indagine metodologica a tutta la ricerca artistica, condita con visionarietà e futuribilità di intenti. Il mestiere dell’artista è il più difficile di tutti.

A dimostrazione, l’installazione presso la sede CUBO (Centro Unipol BOlogna) per la mostra In between. Dialoghi di luce – Paolo Scheggi, Joanie Lemercier, FUSE, a cura di Ilaria Bignotti e Federica Patti, visitabile fino al 31 marzo.

courtesy Marignana Arte, Venezia

ArteFiera 2018 - Joanie Lemercier
Joanie Lemercier ad ArteFiera 2018 | Plotter drawings, 2017 – courtesy Marignana Arte, Venezia

Ho scelto di non parlare oggi dei miei soliti affezionati, ma di scostarmi un po’ e ampliare gli orizzonti.
Ad ArteFiera ho visto tanta tanta bella arte.

In extremis, non posso non nominare anche: Fausto Melotti, Carlo Bernardini, Claudia Dynys, Riccardo De Marchi, Mariella Bettineschi e Fabrizio Corneli.

→ qui su Instagram trovate già tante belle foto! 

Bene, ora spero che non sia un problema se rimando il racconto di SetUp 2018 al prossimo post, con la promessa che uscirà presto!

Stay tuned


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